Addio a Piero Marino, pioniere delle giovani piante
Geniale e imprevedibile, come sono spesso le persone dotate di talento non comune, l’imprenditore rivoluzionò la tecnica di produzione delle giovani piante da fiore e degli ortaggi negli anni Settanta e in seguito portò le sue idee in giro per il mondo. Ospitiamo l’accorata memoria del giornalista Arturo Croci che di Piero è stato amico e compagno di avventurose esperienze
La notte tra il 4 e il 5 ottobre, in ospedale a Conegliano, in provincia di Treviso, Pietro (Piero) Marino di anni 81 ci ha lasciati.
Oggi solo i floricoltori più anziani si ricorderanno di lui, eppure verso la metà degli anni '70 Piero Marino rivoluzionò la tecnica di produzione delle giovani piante da fiore e degli ortaggi.
Dopo la specializzazione all’Istituto Tecnico Agrario Bonafous, avviò l’attività di floricoltore, insieme alla moglie Clelia, a Carmagnola, un comune piemontese poco distante da Torino, noto per la produzione di peperoni e di ortaggi.
A quei tempi questo lavoro iniziava con l’acquisto delle sementi da aziende come Itolanda, Benary ecc. e la semina in terrina, con risultati non sempre soddisfacenti a causa della germinabilità delle sementi stesse, ma anche e soprattutto perché avveniva in ambienti non ottimali all’uopo. L’idea di Piero fu di «seminare in ambienti adatti, a macchina o a mano, effettuare la picchettatura in contenitori alveolari (convincendo un fabbricante di contenitori in polistirolo a produrre degli alveolati ad hoc) e vendere ai coltivatori le piantine pronte per essere invasate e coltivate per la fase finale».
Oggi, queste operazioni sono ovvie e comuni in tutte le aziende sementiere e di propagazione nel mondo eppure a quei tempi cambiarono in brevissimo tempo il modo di produrre e costrinsero le case sementiere a modificare la produzione delle sementi pillolate e a investire in aziende di germinazione e coltivazione di giovani piante.
L’innovazione portò l’azienda Marino al successo e ai vertici in Italia e in Europa, diventando un esempio da copiare e imitare. Nacquero quindi molte altre aziende, compresa la Resteya di Gianpaolo Polesel, nonché Resma, la prima delle industrie produttrici di macchine seminatrici, picchettatrici, trapiantatrici ecc.
Per far fronte alla crescente competizione, Piero avviò la produzione anche in Spagna e acquisì l’Azienda Agricola Canavesana a Front Canavese (foto sotto), allora un grande complesso serricolo che produceva principalmente piante ornamentali.
A quel punto la fortuna cominciò a fare marcia indietro. Una grandinata distrusse la quasi totalità della copertura in vetro, la concorrenza diventò sempre più incalzante e, forse anche una certa impreparazione amministrativa, spinse Piero Marino a cedere la Canavesana, poi le quote societarie in Spagna e infine l’azienda di Carmagnola, che diventò la Marino srl.
La storia di Piero Marino però non finì qui. Verso la fine degli anni Ottanta riapparì in Costa Rica, dove diresse la produzione dell’Azienda Pocosol di Marco Hidalgo, specializzata in Dracaena e altre piante verdi. Nel tempo libero Piero si recava nelle foreste alla ricerca di nuove specie vegetali da adattare alla floricoltura ornamentale, ma dopo quattro anni quell’ambiente così ristretto, limitato e lontano dai centri abitati convinse Piero a ritornare in Europa, dapprima in Spagna, poi in Veneto, dove operò presso l’azienda Botanica e conobbe Nives Silotto, che da quel momento diventò la compagna sino alla fine della sua vita.
L’incontro con Nives rivoluzionò l’esistenza di Piero, fino a quel momento estremamente disordinata, ma la passione per la ricerca dell’innovazione continuò. Nella serra dell’azienda Si.Flor di Nives iniziò il programma di miglioramento genetico della Primula veris e delle viole, ottenendo un assortimento varietale importante; spostò quindi la produzione in Croazia dando vita al progetto Novi-Gen e coinvolse anche il figlio Luca, a cui lascerà poi la guida.
L’assortimento varietale di Primule e Viole si completò, ma il mercato nel frattempo era diventato molto più complesso ed era difficile operare internazionalmente con una o due specie, per questo, col procedere dell’età e anche con il manifestarsi dei primi problemi di salute, lasciò che l’attività di ricerca venisse portata avanti presso il Gruppo Padana, dove tuttora collabora il figlio.
Da quel momento in poi per Piero ebbe inizio la china discendente, la mente cominciò a lasciarlo, ma la compagna Nives, con grande sacrificio, è rimasta al suo fianco sino alla fine, unitamente alle sue figlie e a Luca.
Questa è la breve storia di un genio sregolato, a cui non importavano i soldi, le regole, le promesse, che ne ha combinate di tutti i colori, ma per me è stato un grande amico. Con lui ho diviso momenti della vita straordinari e irripetibili, anche difficili, a Carmagnola, al Flormart di Padova, in Costa Rica, in Spagna a Valencia e a Castellon, in Danimarca, ed infine a San Vendemiano. Grazie e viva la vita Piero!
Arturo Croci
La Direzione e la Redazione de Il Floricultore – unitamente ad Arturo Croci, a tutti gli amici lettori e ai colleghi floricoltori che consapevolmente o meno oggi beneficiano dell’innovazione introdotta da Piero – porgono le più sentite condoglianze alla famiglia di Nives Silotto e di Luca Marino.