Malattie professionali in agricoltura: nel 2022 oltre 10.000 lavoratori hanno denunciato una patologia
Diffusi disturbi dei dischi intervertebrali, entesopatie periferiche, mononeuriti dell’arto superiore e multiple, sordità, spondilosi. È quanto emerso nel corso di un Seminario nazionale del patronato Inac-Cia. Secondo gli esperti occorre rafforzare la sicurezza per favorire l’ingresso dei giovani nel comparto
Il Patronato Inac della Cia-Agricoltori Italiani ha organizzato un seminario a Roma per fare il punto sulla situazione delle malattie professionali tra gli addetti dell’agricoltura. Nel 2022 le denunce di malattie professionali sono cresciute del 9,5%, interessando 10.041 soggetti contro i 9167 dell’anno precedente. Secondo gli esperti il dato in realtà sarebbe ben più alto, ma la maggioranza degli agricoltori ancora ignora il sistema delle tutele previste nel nostro Paese per le patologie connesse al lavoro.
«Dal nostro monitoraggio abbiamo potuto rilevare il proliferare di patologie tra i lavoratori del comparto agricolo, purtroppo anche terribili, come l’asma e i tumori alle cute, trachea e pleura», ha spiegato il presidente di Inac-Cia Alessandro Mastrocinque. «Addirittura si stanno affacciando malattie che non sono neanche contemplate nelle tabelle di riferimento, utilizzate da Inail».
Ecco quali sono le malattie professionali più diffuse nel settore primario: 1) disturbi dei dischi intervertebrali, 2) entesopatie periferiche, 3) mononeuriti dell’arto superiore e mononeuriti multiple, 4) sordità, 5) spondilosi, 6) disturbi delle sinovie, dei tendini e delle borse, 7) artrosi, 8) lesioni interne del ginocchio, 9) disturbi dell’orecchio, 10) traumatismo dei nervi periferici del cingolo scapolare e dell’arto superiore. Seguono una serie di neoplasie che interessano organi respiratori.
«Rafforzare la sicurezza del settore, avere precise garanzie sulle tutele legate al benessere dei lavoratori agricoli, comprendere il perimetro del sistema assicurativo è la strada obbligata da imboccare per favorire anche l’ingresso di giovani nel comparto», ha commentato il Direttore Generale di Inac-Cia, Laura Ravagnan. «Perché, è bene ricordarlo, il turn over degli addetti nei campi non sale dal 5/7% annuo da decenni».
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