Biofilia: biodiversità e prossimità nelle città
Spazi verdi accessibili, diffusi e integrati nel tessuto urbano migliorano la condizione ecologica di un luogo e incrementano le occasioni di interazione e socializzazione. In altre parole sono un elemento imprescindibile per un modello inclusivo, resiliente e profondamente sostenibile. È questo il tema sviluppato nel terzo appuntamento sul Web offerto ai lettori de Il Floricultore grazie alla collaborazione con l’Accademia Italiana di Biofilia
di Saverio Mecca
Professore Emerito di Progettazione e Gestione dell’Ambiente Costruito, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze
Socio Fondatore Accademia Italiana di Biofilia (AIB)
La biofilia, ovvero l’innata affinità umana verso le forme viventi e gli ecosistemi naturali, rappresenta un potente paradigma per ripensare profondamente le città e gli spazi urbani contemporanei. Il concetto di biofilia, introdotto originariamente da Erich Fromm e successivamente da Edward O. Wilson, evidenzia come la connessione emotiva con la natura possa promuovere comportamenti sostenibili e una maggiore responsabilità ambientale a livello individuale e collettivo. Essa non si limita alla sola presenza fisica di verde urbano, ma implica una vera e propria sinestesia non patologica della biodiversità naturale nell’ambiente urbano costruito, minerale, stimolando, se soddisfatta, benessere emotivo, psicologico e fisico nei cittadini, influenzando positivamente la qualità della vita urbana.
La biodiversità urbana deve essere concepita in una dimensione ampia e multidimensionale: non solo nella sua oggettività biologica come presenza diversa di specie vegetali e animali, ma soprattutto come esperienza soggettiva e sensoriale nella vita quotidiana. La varietà biologica nella sua dimensione soggettiva si manifesta in molteplici dimensioni percettive: colori vibranti, profumi diversificati, mutamenti stagionali visibili nella successione dei fiori, degli alberi e delle specie spontanee. Questa ricchezza sensoriale induce una consapevolezza ecologica autentica, favorendo nei cittadini, se sostenuta, una conoscenza competente della diversità biologica che li circonda e il sentimento di esserne parte.
In questo quadro, prossimità e biofilia sono concetti interdipendenti. La prossimità, infatti, permette ai cittadini di vivere direttamente la biodiversità urbana, amplificando i benefici derivanti dall’interazione con la natura. La vicinanza fisica e l’accessibilità quotidiana agli spazi verdi favoriscono esperienze che riducono lo stress, migliorano la concentrazione mentale e supportano la salute generale, come confermato da numerose ricerche scientifiche.
Un punto cruciale per promuovere tale relazione tra biofilia e biodiversità urbana è dunque la riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei cittadini. Come sottolineato da Jane Jacobs, gli spazi pubblici vitali e frequentati diventano “occhi sulla strada”, fondamentali per la sicurezza, la socialità e il senso di comunità. Jacobs insiste sull’importanza di luoghi frequentati, spontanei e diversificati, che garantiscono sicurezza naturale e inclusività sociale. È in questo tipo di spazi pubblici che la biodiversità urbana può integrarsi efficacemente nella vita quotidiana delle comunità.
Un esempio estremo: in tale contesto, esperienze come il “seed bombing” assumono un significato particolare. Il “seed bombing” consiste nella diffusione spontanea e creativa di semi di specie vegetali autoctone in aree urbane abbandonate o residuali. Questa pratica, inizialmente nata come forma di guerriglia verde, oggi viene reinterpretata come strumento potente di cittadinanza attiva e rigenerazione urbana dal basso. I cittadini, attraverso azioni semplici e spontanee, contribuiscono direttamente alla rigenerazione ecologica, estetica e sociale degli spazi pubblici, trasformando luoghi degradati in aree vitali e ricche di biodiversità.
Favorire una prossimità urbana effettiva implica dunque una progettazione degli spazi pubblici che permetta ai cittadini di vivere quotidianamente l’esperienza della biodiversità. Spazi verdi accessibili, diffusi e integrati nel tessuto urbano non solo migliorano l’accessibilità ecologica, ma incrementano anche occasioni di interazione e socializzazione. L’interazione frequente con questi spazi genera un benessere psicologico e fisico dimostrato da numerose ricerche scientifiche.
Una specifica attenzione merita la relazione biofilica dei bambini, la cui interazione con la natura è rilevante per lo sviluppo cognitivo e la resilienza psicofisica. Le recenti ricerche di Russo e Andreucci evidenziano la necessità di sviluppare nuove linee guida per la realizzazione di spazi aperti urbani dedicati ai più giovani, al fine di promuovere città realmente a misura di bambino.
In conclusione, adottare una prospettiva biofilica e di prossimità significa promuovere un modello urbano inclusivo, resiliente e profondamente sostenibile. L’attenzione per la biodiversità, la qualità estetica e sensoriale e la cura partecipata degli spazi pubblici diventano indicatori chiave di una città sana e realmente vivibile.
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