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Festa della donna: 7 donne su 10

riceveranno in dono mimose

 

Lo rivela un sondaggio condotto da Coldiretti, ma sul business pesano inverno pazzo e mercato nero

 

Il fiore eletto quale simbolo della Festa della Donna sarà fra i protagonisti dell'8 marzo anche nel 2017. A confermarlo è un sondaggio on-line condotto da Coldiretti: sette donne su dieci in Italia, pari al 68%, riceveranno in dono mimose.

L'associazione di caterogia rivela anche che «a causa di un inverno dall'andamento climatico bizzarro la mimosa ha iniziato a fiorire in anticipo già poco dopo Natale. Dunque si è dovuto ricorrere alla frigoconservazione per garantire il tradizionale omaggio».

La produzione è tuttavia aumentata del 20%, mentre il prezzo medio è calato del 10% rispetto al 2016, ma al consumo si prevede che i ramoscelli manterranno i prezzi che possono variare dai 2 ai 15 Euro a seconda della qualità, delle dimensione del mazzo e deIla confezione.

«Il business», informa sempre Coldiretti, «ha attirato anche l’attenzione della criminalità: quintali di rami di mimose sono stati rubati in Liguria per alimentare il mercato nero soprattutto nelle grandi città. Il fenomeno ha costretto le forze dell’ordine ad organizzare anche pattuglie speciali nelle ore notturne per proteggere il prezioso raccolto».

I ramoscelli offerti sono praticamente tutti di produzione nazionale e provengono soprattutto della provincia di Imperia in Liguria dove operano circa 1.500 produttori e si realizza oltre il 90 per cento della produzione nazionale.

 


 

STORIA E CONSERVAZIONE

DELLA MIMOSA

 

La mimosa venne introdotta in Europa intorno al 1820 e con il passar del tempo riuscì ad adattarsi molto bene al clima Italiano, soprattutto nelle zone temperate come la Liguria.

Dal punto di vista botanico si tratta in realtà di un'Acacia dealbata, arbusto sempreverde originario delle zone tropicali, che insieme al genere della mimosa appartiene all'unica famiglia delle Leguminose. Le varietà più diffuse sono la Floribunda e la Gaulois che è più rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed è per questo particolare atteggiamento che ha preso il nome scientifico "mimus", dal latino attore mimico.

«Per conservare la mimosa ricevuta in omaggio», consiglia Coldiretti, «è bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la grande perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore».

 


       

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