"Cappotti verdi", una soluzione
per tutte le stagioni
Oltre ad abbellire gli edifici, svolgono una preziosa funzione termica e isolante: d’estate fa meno caldo, d’inverno meno freddo e contrastano gli eventi meteo estremi
I tetti verdi in città non solo contrastano il caldo d’estate, ma sono utilissime anche d’inverno: assorbono fino al 50% di acqua piovana e ne regolano il deflusso nel sistema idrico della città. Questi sono i risultati evidenziati dagli esperti di efficienza energetica del Centro Ricerche ENEA Casaccia.
Nella bella stagione un “cappotto verde” riesce ad abbattere la temperatura del lastrico solare anche di 25 gradi °C, favorendo una forte riduzione del flusso di calore verso l’interno dell’abitazione. Quando fa freddo migliora l’isolamento termico degli ultimi piani, contribuisce a ridurre la pericolosità di eventi meteorologici estremi, come forti acquazzoni e piogge torrenziali, e infine genera anche una ventilazione naturale lungo la superficie esterna degli edifici, mitigando l’umidità causata dalla pioggia.
L’utilità del verde per gli edifici è riconosciuta da più parti. Anche la Commissione europea incoraggia la diffusione in città di coperture e pareti verdi, giardini pensili, siepi e alberi (direttiva Ue 2018/844 del 30 maggio 2018). Del resto tetti e terrazzi rappresentano il 20% della superficie totale delle città, quindi ricoprirli di vegetazione avrebbe un impatto significativo sul microclima urbano.
COPERTURE VERDI:
ESTENSIVE, INTENSIVE E SEMI-INTENSIVE
Esistono tre tipologie di tetti verdi: estensivo, intensivo e semi-intensivo. Si differenziano per le specie vegetali impiegate e lo strato di impermeabilizzazione e di drenaggio della copertura. In città sempre più persone scelgono anche di coltivare frutta e verdura sui tetti. Uno dei più grandi orti del genere di trova a New York, nel Queens. Si chiama Brooklyn Grange, produce circa 15mila chili di l’anno tra pomodori, melanzane, peperoni, insalata, ravanelli, carote e altre varietà di ortaggi e assicura prodotti biologici al 100%.
Siccome nelle metropoli divorate dal cemento disporre di un lembo di terra per l’auto-consumo è un lusso per pochi, gli orti su tetti e terrazzi si diffondono un po’ ovunque. A Parigi pare che sia un vero boom, e anche a Milano fioriscono gli esempi, dal cuore di Brera alla Barona.
Siamo solo agli inizi. Ma c’è chi ha già cominciato a fare due conti. Nella Grande Mela pare ci siano circa 57 kmq di tetti inutilizzati ma sfruttabili. Secondo Laurie Schoeman, direttore di Sun Works, una Ong locale, l’installazione di serre su queste coperture permetterebbe di nutrire con cibi freschi i quasi venti milioni di residenti nell’area metropolitana. Per non parlare del positivo influsso sul bilancio di anidride carbonica dell’intera area.