Micro-vibrazioni al posto della chimica
contro gli insetti dannosi
Primo studio in pieno campo sulla comunicazione vibrazionale degli insetti
Al posto degli input chimici, per evitare l’accoppiamento e la riproduzione degli insetti dannosi, hanno immesso nella pianta di vite micro-vibrazioni con un apparecchio elettronico e hanno ottenuto risultati sorprendenti. I ricercatori della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige (TN) hanno realizzato un interessante studio, il primo in pieno campo a livello mondiale, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PLOS One.
La confusione sessuale è ormai riconosciuta come un importante metodo di controllo ecocompatibile degli insetti che ha trovato notevole diffusione in numerose aree agricole, specialmente in Trentino. Immettendo nell’ambiente feromoni sessuali femminili, i maschi di certi insetti (soprattutto lepidotteri) vengono, appunto, confusi e, quindi, resi incapaci di trovare una partner con cui riprodursi, evitando così l’utilizzo di insetticidi.
«Questi promettenti risultati sono molto importanti», sottolinea Roberto Viola, direttore del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach, «perché ipotizzano una innovativa strategia di confusione sessuale per il controllo di insetti dannosi alle colture agrarie». Esistono, infatti, numerosi insetti la cui comunicazione sessuale non si basa su feromoni cioè odori, ma bensì sull'emissione di vibrazioni specifiche in grado di fornire precise indicazioni sulla posizione degli individui. Ciò significa che il segnale vibrazionale permette al maschio di trovare la femmina qualora questi vengano a trovarsi sulla stessa pianta.
Il metodo di confusione sessuale basato su micro-vibrazioni artificialmente introdotti nei tessuti delle piante si è dimostrato molto efficace, impedendo l’accoppiamento di oltre il 90% delle coppie saggiate, a fronte di un tasso di insuccesso delle coppie di insetti usate come controllo, vale a dire non sottoposte a disturbo vibrazionale, intorno al 20%.
E’ stata utilizzata come specie modello la cicalina della vite Scaphoideus titanus, vettore del fitoplasma agente causale della Flavescenza dorata, una grave patologia della vite.
Gli ambienti di studio, localizzati nei vigneti della Fondazione Mach a San Michele, sono stati due: semicampo (tunnel sperimentali con piante di vite in vaso) e pieno campo (piante di tre anni). In entrambi i casi, le piante erano allineate per un tratto di dieci metri e le micro-vibrazioni venivano applicate attraverso un mini-shaker applicato al filo di sostegno principale. Nei mesi di luglio e agosto, coppie di maschi e femmine sono state rilasciate a più riprese e mantenute ogni volta per 16 ore consecutive in gabbie contenenti le singole piante, nel caso del semicampo, oppure in manicotti inglobanti alcuni tralci delle piante di campo.