pensioni dignitose agli agricoltori italiani cia

 

Pensioni più dignitose

per gli agricoltori italiani

 

Lo chiede la Cia-Confederazione italiana agricoltori, denunciando che sono circa 460 mila gli ex lavoratori agricoli in Italia e l’89,4% di loro non arriva a percepire 500 Euro al mese con punte minime di 276 Euro/mese

 

Pensioni da fame per chi ha lavorato in agricoltura, le più basse d’Europa. Una distorsione che azzera il ricambio generazionale sui campi. In Italia abbiamo l’agricoltura più “anziana” del mondo, il 43% dei titolari d’azienda ha più di 65 anni, e uno dei più bassi indici mondiali di nuovi ingressi nel settore da parte dei giovani, fermi sotto il 6%. A denunciarlo è la Cia-Agricoltori Italiani, che ha promosso insieme al suo Patronato Inac un convegno alla Camera intitolato “Pensioni dignitose per gli agricoltori italiani”.

Il quadro emerso è preoccupante. Le condizioni degli ex lavoratori in agricoltura, che in Italia sono circa 460 mila, sono pessime: l’89,4% non arriva a una pensione di 600 euro al mese. Ma la media di settore è notevolmente più bassa e si attesta sui 400 Euro al mese, con punte minime di assegni da 276 Euro. In questo scenario molti agricoltori anziani, per sopravvivere, continuano ad “arrangiarsi” sui campi per aiutare la famiglia e arrivare a fine mese.

«Con le riforme Amato, Dini e poi Fornero», ha affermato il presidente della Cia Dino Scanavino, «vengono sottratti ai pensionati qualcosa come 900 miliardi di Euro. Ma ora è il momento di dare e non di togliere ancora. Abbiamo le retribuzioni minime più basse d’Europa, chiediamo quantomeno che vengano uniformate a quelle degli altri Paesi Ue. E tra i pensionati che stanno peggio, ci sono senza dubbio gli agricoltori che, tra l’altro, continuano a vivere nelle aree interne e rurali dove già scarseggiano welfare e servizi».

«L’incidenza vera della spesa pensionistica sul Pil è pari al 10,7%», ha evidenziato il presidente dell’Inac Antonio Barile. «Le entrate superano i 183 miliardi di Euro, per uno sbilancio positivo di 10,2 miliardi. Questi dati dimostrano che esistono i margini per aumentare le pensioni, al contrario di quanto sostenuto da più parti. Un processo che non è più rinviabile, perché gli italiani che vivono sotto la soglia di povertà sono quasi 5 milioni e tra questi c’è chi ha lavorato una vita intera nei campi».

Per cominciare a porre rimedio a questa situazione, la Cia ha proposto di lavorare per perfezionare la proposta di legge Gnecchi-Damiano, che prevede l’istituzione di una “pensione base” (448 Euro), in aggiunta alla pensione liquidata interamente con il sistema contributivo.

       

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