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La biodiversità delle foreste

è fonte di ricchezza anche economica

 

Lo dimostra uno studio condotto dalla West Virginia University (USA) al quale ha collaborato il Dipartimento di Scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente dell’Università di Firenze

 

Costerebbe 160 miliardi di dollari all’anno una riduzione del 10% della biodiversità delle foreste. E se tutte le foreste miste dovessero essere convertite in monocolture, la comunità mondiale dovrebbe sostenere un costo annuale fino a 500 miliardi di dollari. È quanto ha dimostrato - applicando modelli economici che tengono conto di criteri di sostenibilità stabiliti dalla FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura - lo studio condotto dalla West Virginia University (USA), al quale ha collaborato il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente (Dispaa) dell’Università di Firenze, guidato da Filippo Bussotti. La ricerca è stata pubblicata dalla rivista Science.

«Le foreste», spiega Bussotti, associato di Botanica ambientale e applicata, «costituiscono gli ecosistemi più ricchi di diversità del pianeta e ospitano migliaia di specie di piante, animali e micro-organismi. Con il numero di specie aumenta anche la quantità di legname disponibile e utilizzabile. Al declino della diversità corrisponde invece anche il declino della produttività. I dati della ricerca, confluiti nel database mondiale del Global Forest Biodiversity Initiative, dimostrano che la perdita economica associata alla riduzione della diversità può arrivare a 500 miliardi di dollari all’anno nel mondo, più del doppio della spesa necessaria alla conservazione delle foreste».

Lo studio ha altresì permesso di raccogliere dati da 770.000 aree con 30 milioni di alberi e oltre 8.700 specie forestali, in 44 paesi, che rappresentano i più importanti ecosistemi forestali, da boreali a equatoriali. In particolare, i ricercatori del laboratorio di Botanica ambientale ed applicata del Dispaa hanno studiato 36 aree all’interno delle foreste delle Colline Metallifere, in Toscana - nell’ambito del progetto FunDivEurope (7FP, Functional Significance of the Forest Diversity in Europe) - prendendo in considerazione, fra l’altro, le condizioni e lo stato di salute degli alberi, la crescita, la diversità della flora erbacea, l’impatto della selvaggina e i cicli vitali delle piante. L’analisi dei dati raccolti in tutto il mondo indica che la perdita di ricchezza di specie arboree, attraverso deforestazione, degradazione e cambiamenti climatici, accelera il declino della produttività delle foreste nel mondo, con una riduzione sia dei benefici economici diretti che dei servizi ecosistemici che ne sono collegati.

       

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