Cambiamenti climatici, FAO: avvolgiamo
le città in una Grande Muraglia Verde
È il nuovo e ambizioso piano annunciato dal direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) Qu Dongyu
Entro il 2030 un nuovo piano della FAO aiuterà diverse città africane e asiatiche a convertire circa 500 mila ettari di terra in nuove foreste urbane e a ripristinare o gestire correttamente circa 300 mila ettari di foreste naturali esistenti nella regione del Sahel e in Asia Centrale.
L’iniziativa denominata “Una grande muraglia verde per le città” è stata annunciata dal direttore denerale della FAO Qu Dongyu alla vigilia del vertice ONU sull’"Azione per il Clima" in programma questa settimana a New York.
L’idea prende spunto da un altro colossale progetto noto come la "Grande Muraglia Verde" dell’iniziativa per il Sahara e il Sahel: una sensazionale barriera naturale lunga quasi 8 mila chilometri che attraversa l’Africa in tutta la sua larghezza, dal Senegal a Gibuti. Circa il 15% della nuova foresta è già stata piantata e sta riportando la vita nell’Africa subsahariana, offrendo a milioni di persone condizioni di vita prima neppure immaginabili.
Forte dei progressi che sta registrando questa iniziativa, ora la FAO rilancia con un piano altrettanto grandioso: prolungare la cintura verde fin verso le coste dell’estremo oriente asiatico per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici (gravi siccità, tempeste di sabbia e polvere, ondate di calore, venti estremamente forti, inondazioni e fran) e di conseguenza ridurre i conflitti e le migrazioni.
Secondo le previsioni, una volta ultimata, la Grande Muraglia Verde dovrebbe catturare ogni anno da 0,5 a 5 gigatonnellate di anidride carbonica (CO2).
Entro il 2050 la percentuale della popolazione che vive nelle città sarà pari al 70%, e gran parte di questa crescita demografica si verificherà in Africa e in Asia. Se gestite correttamente, le foreste urbane e gli alberi possono:
> ridurre la temperatura dell'aria fino a 8 °C;
> ridurre i costi degli impianti di climatizzazione di circa il 40%;
> ridurre i flussi delle acque meteoriche;
> migliorare la qualità dell'aria filtrando le polveri e gli agenti inquinanti