Più verde in città per bambini più sani
Un'indagine svolta a Palermo rileva un incremento dei sintomi respiratori e oculari fra i piccoli che vivono in aree urbane altamente cementificate e lontano da parchi e giardini
Sull’utilità delle piante in ambiente urbano si è scritto tanto in questi anni e molto c’è ancora da scoprire. Abbiamo compreso che la vegetazione è una risorsa importante per molteplici aspetti: abbellisce i centri abitati, migliora la qualità dell’aria, mitiga la temperatura, accresce la biodiversità. Più studi hanno posto l’accento sugli effetti benefici di parchi, giardini e perfino di ogni singolo albero. Certo, l’espressione “polmoni verdi” è in uso da decenni, ma solo di recente si sta facendo chiarezza attorno ai vantaggi arrecati dalla copertura vegetale su alcuni parametri ambientali.
Le piante sono fondamentali per contrastare i livelli crescenti di anidride carbonica e catturare le particelle inquinanti più dannose al nostro organismo, quelle che comunemente chiamiamo polveri fini e che sono diventate un’emergenza sanitaria.
Alle ricerche scientifiche che indagano la relazione tra le aree verdi nei sistemi insediativi e lo stato di salute della popolazione si aggiunge ora quella condotta su alcuni bambini che vivono alla periferia di Palermo. L’indagine a firma Cnr, Ingv, Arpa Emilia-Romagna, DepLazio e pubblicata su Environmental Health, ha coinvolto 244 alunni tra gli 8 e i 10 anni di due scuole elementari. I piccoli sono stati invitati a rispondere a un questionario per valutare i sintomi respiratori, allergici e generali.
Per la prima volta in Italia sono stati calcolati gli indicatori individuali di esposizione ambientale al greenness (verde urbano), al greyness (aree cementificate) e al biossido d’azoto (NO2).
I RISULTATI DELLO STUDIO
Lo studio è stato condotto in un sobborgo occidentale del capoluogo siciliano, posto in un’area pianeggiante a sei chilometri dal mare e a circa due da una discarica e caratterizzato da una forte edificazione.
I risultati sono eloquenti: i bimbi che vivono nelle aree più densamente cementificate riportano un maggior numero di sintomi oculari e nasali (naso chiuso o che cola e prurito) e altri disturbi generali, come cefalea e stanchezza, rispetto a quelli che vivono in zone discontinue e con una più alta presenza di verde. La vicinanza a una strada ad alto traffico (meno di 200 metri) determina un ulteriore aumento dei sintomi oculari (bruciore, lacrimazione, sensazione di sabbia negli occhi) e nasali. Con elevate esposizioni a livelli di biossido di azoto (NO2 ≥ 60 μg/m3) cresce anche il rischio di sintomi generali.
«L’associazione tra il greyness e la salute dei bambini», commenta Giovanni Viegi, direttore Cnr-Ibim, «sottolinea la necessità di una pianificazione urbana sostenibile a misura di bambino». Un’altra tessera si aggiunge al mosaico che illustra quanto sia importante il greenness per migliorare la qualità della vita. Tuttavia in Italia restano ancora molto limitate le risorse pubbliche dedicate al verde urbano e periurbano.
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[Tratto da IL FLORICULTORE, Gennaio-Febbraio 2019]
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