Verde pubblico: in autunno si gioca la partita per le bulbose a fioritura primaverile
Mettendo ora a dimora Crochi, Narcisi, Tulipani & Co, nei primi mesi del 2026 le città saranno un tripudio di colori

[Foto: iBulb, all]
Belle, colorate, versatili, affidabili, robuste: le bulbose a fioritura primaverile come le diverse specie e varietà di Crocus, Narcissus, Tulipa (giusto per nominare le più celebri) si prestano alla coltivazione non solo in contenitore, ma anche in piena terra. Possono infatti essere inserite in aiuole, bordure di perenni, giardini rocciosi, ma anche tra l’erba e all’ombra di alberi.

La messa a dimora avviene in autunno, preferibilmente quando la temperatura è compresa tra i 5 e i 10°C, in terreno ben drenato (i ristagni d’acqua danneggiano la maggior parte degli organi sotterranei) e in posizione più o meno soleggiata a seconda della specie.
I costi preoccupano? Basta scegliere specie e varietà adatte alla naturalizzazione, cioè che tornano a fiorire anno dopo anno, e magari coinvolgere la popolazione al momento dell’impianto: un modo, quest’ultimo, di creare comunità e di responsabilizzare i cittadini alla cura del bene pubblico.

Per quanto riguarda i bulbi primaverili per antonomasia, i Tulipani, bisogna sapere che la maggior parte delle specie e delle cultivar in commercio non si presta alla naturalizzazione. Si va però sul sicuro con Tulipa sylvestris, una specie selvatica che - collocata in mezz’ombra e lasciata indisturbata - fiorisce ogni anno più generosamente; con i Tulipa tarda, i T. fosteriana (per esempio ‘Purissima’), i T. kaufmanniana (per es. ‘Johann Strauss’) e i T. greigii (per es. ‘Red Riding Hood’).

Tulipa sylvestris

Tulipa fosteriana 'Purissima'

Tulipa greigii 'Red Riding Hood'
Il consiglio è comunque quello di confrontarsi con i fornitori, che sapranno anche indicare le densità di impianto a seconda che si voglia creare un effetto di massa colorata oppure che si preferisca una piantagione combinata con perenni. Non si tratta di una differenza da poco: nel primo caso, infatti, il numero di bulbi necessari può essere più del quadruplo rispetto al secondo.

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