Le piante indispensabili per la vita umana, dice una ricerca, non vengono protette a sufficienza
Anche l'Università di Torino ha collaborato al lavoro che ha analizzato la distribuzione di 35.687 specie vegetali in tutto il mondo ed evidenziato come la protezione delle aree con un'elevata diversità delle piante sia prioritaria
Esposizione di frutti e semi di piante utili del Mali
Si intitola "The global distribution of plants used by humans” (La distribuzione globale delle piante usate dall’uomo) la ricerca condotta da scienziati del World Conservation Monitoring Centre (Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente), dei Royal Botanic Gardens Kew, dell’Università di Torino e di altri partner accademici e pubblicata sulla rivista Science (qui il testo completo: https://www.science.org).
Gli autori hanno quantificato per la prima volta la distribuzione globale di 35.687 specie di piante utilizzate dall'uomo, per esempio come nutrimento per se stessi e per il bestiame, come medicinali, carburante e materiali per l'abbigliamento e le infrastrutture. Grazie a oltre 11 milioni di osservazioni di specie vegetali registrate da botanici di tutto il mondo e ad algoritmi di apprendimento automatico all'avanguardia è stato appurato come le maggiori concentrazioni di piante si trovino ai tropici (America centrale, Ande tropicali, Golfo di Guinea, Africa meridionale, Himalaya, Sud-Est asiatico, Nuova Guinea), “hotspot bioculturali” che dovrebbero essere aree prioritarie per la conservazione ma, a oggi, sono in gran parte non protette.
«Il risultato di questo lavoro collaborativo è un passo importante per comprendere meglio l’enorme diversità delle piante utilizzate dall’uomo, la loro importanza culturale e la distribuzione in tutto il mondo», dichiara Tiziana Ulian, docente del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino e senior research leader del Royal Botanic Gardens, Kew. «Proteggendo le aree con un’elevata diversità delle piante possiamo non solo contribuire ad affrontare la crisi globale che affligge la biodiversità, ma anche aiutare a sostenere la transizione verso un futuro sostenibile per l’umanità sul pianeta. Questa alta diversità vegetale può aiutarci a sviluppare Nature-based solutions (NBS) per affrontare sfide globali, come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, la salute umana e la gestione del rischio di calamità ambientali».
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