Neve chimica, neve da nebbia

o galaverna?

neve pianura 

Arpa Emilia-Romagna spiega cosa è accaduto con i recenti fenomeni di neve da nebbia in Pianura Padana. Improprio chiamarla “neve chimica”

 

20 gennaio 2012 - Tra martedì 17 e giovedì 19 gennaio anche in Emilia-Romagna, come in altre località della Pianura Padana, si sono verificati diversi casi del raro fenomeno della "neve da nebbia". Non "neve chimica", dunque. Arpa Emilia-Romagna interviene sulla questione spiegando la vera natura di queste precipitazioni che non devono destare preoccupazione.

Le precipitazioni - che in alcuni luoghi hanno coperto il suolo con uno strato di poco più di un centimetro - sono state infatti determinate dal brinamento della nebbia presente negli strati prossimi al suolo in presenza di goccioline di acqua sospesa a temperature inferiori allo zero.

 

Scorretto chiamarla “neve chimica”

Il termine “neve chimica” è improprio nel senso che la presenza di sostanze chimiche presenti in atmosfera favorisce il fenomeno agendo da catalizzatore, ma la condizione fondamentale è la pre-esistenza di umidità relativa elevata e di temperature dell’aria inferiori allo zero. Ne è una conferma il fatto che, nei due giorni nei quali il fenomeno è stato più evidente, i valori delle polveri sottili al suolo (PM10) – seppure oltre i limiti di 50 µg/m3 – sono stati inferiori ai precedenti, giorni nei quali il fenomeno non si è presentato (sabato e domenica medie di 80-85 µg/m3, martedì e mercoledì medie di 60-68 µg/m3).

 

Un evento raro

La combinazione dei due fenomeni – che è la reale causa della neve da nebbia - non è particolarmente frequente, poiché solitamente la nebbia mantiene costante la temperatura dell’aria intorno a valori che in Val Padana sono generalmente superiori a 0 °C. Il fatto straordinario è che tra martedì e giovedì la temperatura si è mantenuta tra i -2 e i -4 °C, in presenza di nebbia, con umidità relativa prossima al 100%.

Fenomeno ancora diverso – molto più frequente – è la galaverna, che si determina quando le particelle di nebbia sopraffusa vengono a contatto con oggetti aventi temperature inferiori allo zero, gelando istantaneamente.

Arpa prevede per i prossimi giorni un rialzo delle temperature tale da non consentire il ripetersi del fenomeno di neve da nebbia.

 

       

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