A Barcellona 2.292 piante in estasi per i "Crisantemi" di Puccini

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L’eccezionale riapertura del Gran Teatro El Liceu è avvenuta davanti a un pubblico inedito di vegetali portati in sala dai vivaisti spagnoli

 

Forse hanno ragione quanti sostengono che il mondo dopo il Covid-19 non sarà più lo stesso. Certo è che Giacomo Puccini mai avrebbe potuto pensare che un giorno "Crisantemi" – tra le pochissime pagine di musica da camera scritte dal celeberrimo compositore italiano – sarebbe stata eseguita davanti a un pubblico di sole piante.

Invece è accaduto proprio questo lo scorso 22 giugno. La riapertura dopo il lockdown del Gran Teatro El Liceu di Barcellona, una delle più grandi e importanti sale liriche del mondo, è stato un evento davvero sensazionale. Ad ascoltare il Quartetto d’archi UceLi non c’erano persone in carne e ossa bensì 2.292 vegetali adorni di fiori e foglie portati in platea dai vivaisti spagnoli.

L’idea, promossa dall’artista concettuale Eugenio Ampudia insieme al direttore artistico del teatro Víctor García de Gomar e alla curatrice Blanca De La Torre, è stata intitolata “Concierto para al Bioceno”. Biocene, da bios, è il termine coniato per indicare una nuova era che, secondo gli auspici di molti, dovrà prendere il posto dell’Antropocene e sarà connotata dal rispetto di ogni forma di vita sul pianeta Terra.

 

 

Il messaggio lanciato da Barcellona è suonato forte e chiaro: il ritorno alle attività abbandonate per mesi richiede una prospettiva differente, capace di farci riflettere sul nostro rapporto con la natura. Dopo il concerto, le piante sono state donate a 2.292 operatori del settore sanitario quale riconoscimento del lavoro svolto durante una battaglia senza precedenti per le nostre generazioni.

Insomma, chi non appartiene al mondo vegetale per una volta ha dovuto fare un passo indietro. In realtà anche le donne e gli uomini hanno potuto assistere al concerto, però solo in streaming. In sala, ad applaudire (letteralmente, guardate il video!), solo piante.

Michele Mauri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

  

 


 

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Michele Mauri

Scrivere è il mio mestiere da trent’anni, ma ho ancora molto da imparare. Collaboro con diverse testate e ho pubblicato saggi, guide naturalistiche e un romanzo. Amo gli alberi e i giardini poco pettinati. Credo nel potere del verde come antidoto al brutto e non vorrei mai rinunciare alla gioia di correre a perdifiato in un bosco.

 

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