È Vannino Vannucci il nuovo presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI)

«Vogliamo che l’associazione sia sempre più la casa del vivaismo» è la dichiarazione rilasciata a caldo dopo la nomina. Il consiglio sceglie anche i due vicepresidenti: Marco Romiti e Massimo Bartolini

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Il vertice di AVI per il biennio 2025-2027: il presidente Vannino Vannucci (al centro) con i suoi vice Marco Romiti (a sinistra) e Massimo Bartolini (a destra)

 

È Vannino Vannucci il nuovo presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI). È stato nominato all’unanimità durante la prima riunione del neocostituito consiglio direttivo dell’Associazione. Vannucci è già stato presidente nel 2015 per due mandati e ora guiderà di nuovo l’associazione per il biennio 2025-2027. Scelti anche i due vicepresidenti: Marco Romiti (Romiti Vivai di Pietro e Figli), tra gli artefici e fondatori dell’allora Associazione Vivaisti Pistoiesi nel 2004, e Massimo Bartolini (Vivai Piante Bartolini Massimo), già nel direttivo negli ultimi sei anni.

«Vogliamo che l’associazione sia sempre più la casa del vivaismo, un luogo ideale di confronto per tutti coloro che lavorano nell’ambito vivaistico e del suo prezioso indotto, senza il quale non saremmo quella forza che rende unico e autentico il nostro settore», ha dichiarato Vannucci. «Programmazione e promozione del settore continueranno ad essere le nostre priorità, consapevoli del fatto che abbiamo sempre più bisogno di giovani e di adeguate professionalità».

Il neopresidente ha indicato i tre obiettivi del consiglio che presiederà. «Primo, dare ancora maggiore dignità alla produzione così come il primato del nostro distretto merita. Secondo, incentivare la formazione continua degli operatori e degli imprenditori della nostra categoria. Terzo, ancora formazione stavolta però quella rivolta ai più giovani: dovremo riprendere un vero dialogo con le Scuole Agrarie, in primis di Pistoia e Pescia ma non solo e incentivare nuovi percorsi di inserimento nel settore».

«Le piante e il vivaismo possono e devono affermarsi come prodotto identitario del Made in Italy. Per dare concretezza a questa visione, è essenziale partire dai territori, cuore economico e produttivo del nostro Paese», è stato il commento del vicepresidente Marco Romiti.

Massimo Bartolini ha toccato invece i temi della sostenibilità e dell’innovazione. «Senza di esse non può esserci sviluppo. Il nostro Distretto Produttivo cresce grazie a filiere virtuose, aziende certificate, vasi riciclati e pratiche come la gestione efficiente dell’acqua e la pacciamatura a chilometro zero. Al centro di tutto c’è Fitolab, un progetto d’eccellenza che unisce ricerca e visione green per un’agricoltura responsabile e orientata al futuro».

 


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Michele Mauri

Scrivere è il mio mestiere da trent’anni, ma ho ancora molto da imparare. Collaboro con diverse testate e ho pubblicato saggi, guide naturalistiche e un romanzo. Amo gli alberi e i giardini poco pettinati. Credo nel potere del verde come antidoto al brutto e non vorrei mai rinunciare alla gioia di correre a perdifiato in un bosco.

 

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