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L’Italia conferma: sfalci e potature

fuori dai rifiuti. E ora come reagirà l’UE?

 

Secondo il ddl approvato dalla Camera dei deputati - ora al Senato per l'approvazione finale – il materiale vegetale derivante dalla manutenzione del verde potrà essere riutilizzato attraverso le buone pratiche colturali, escludendoli dalla gestione come rifiuti con obbligo di registrazione e tracciabilità

 

  di Michele Mauri

 

L’Italia sfida l’Europa. E lo fa negli stessi giorni in cui riceve l’ennesima condanna da parte dell’UE per non aver adeguato 44 discariche sparse per il Paese. La Camera dei deputati ha approvato, con modifiche, il ddl “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea - Legge europea 2018” che contiene, tra le altre, disposizioni relative allo smaltimento degli sfalci e delle potature. Le modifiche confermano l’esclusione dal campo di applicazione della disciplina sui rifiuti del materiale vegetale proveniente dalla manutenzione del verde urbano. Ora il disegno di legge verrà trasmesso al Senato per l’approvazione definitiva.

In sostanza, sfalci e potature vengono specificati in un elenco di materiale agricolo e forestale che può essere riutilizzato attraverso le buone pratiche colturali. «Con le modifiche apportate», commenta Nada Forbici, presidente di Assofloro, l’associazione lombarda che da tempo sta lavorando per una semplificazione della norma, «i residui di sfalci e potature derivanti dalla manutenzione del verde urbano potranno essere riutilizzati attraverso altre filiere, escludendoli dalla gestione come rifiuti con obbligo di registrazione e tracciabilità. Questo ovviamente a patto che il materiale sia un materiale “non inquinato” da altro materiale e sia usato in agricoltura o per produrre energia, anche fuori del luogo di produzione, o con cessione a terzi se non si danneggia l’ambiente e non si mette in pericolo la salute».

Da sottolineare che nella norma viene fatto specifico riferimento al verde pubblico dei comuni, quindi non si applicherà alle sole risulte prodotte dalla manutenzione del verde privato.

«È un risultato importante, a vantaggio di tutta la filiera del verde», prosegue Forbici, «che fa prevalere il buon senso e che guarda alla sostenibilità ambientale nell’ottica dell’economica circolare, dove i rifiuti vengono limitati alla fonte».

Una volta che la norma riceverà l’approvazione anche del Senato, si dovrà attendere la reazione dell’UE, che attorno a questo tema aveva già avviato una procedura d’infrazione nei nostri confronti. Solo pochi giorni fa Utilitalia, Fise Assombiente e Consorzio Italiano Compostatori in un comunicato congiunto avevano espresso preoccupazione per le pesanti ripercussioni che il nostro Paese potrebbe subìre con una simile decisione, dal momento che la normativa europea è invece chiara nel definire che i rifiuti biodegradabili di giardini e parchi sono rifiuti organici e che i rifiuti della manutenzione del verde pubblico sono rifiuti urbani.

  

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Michele Mauri

Scrivere è il mio mestiere da trent’anni, ma ho ancora molto da imparare. Collaboro con diverse testate e ho pubblicato saggi, guide naturalistiche e un romanzo. Amo gli alberi e i giardini poco pettinati. Credo nel potere del verde come antidoto al brutto e non vorrei mai rinunciare alla gioia di correre a perdifiato in un bosco.

 

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