I numeri del florovivaismo italiano 2023: produzione ed export stabili su livelli da record

Produzioni nazionali: è di 3 miliardi e 145 milioni di euro il valore, pari al 4,7% delle produzioni agricole italiane. Export, in un panorama in contrazione, il Belpaese tiene: è Made in Italy il 5,2% di piante e fiori esportati nel mondo. È quanto emerge dai dati diffusi da Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde che tornerà a FieraMilano-Rho dal 19 al 21 Febbraio 2025

florovivaismo foto Shutterstock min

Nel 2023 il valore alla produzione del florovivaismo italiano è stato pari a 3 miliardi e 145 milioni di euro (il 4,7% delle produzioni agricole italiane) e il 5,2% di piante e fiori esportati nel mondo è stato Made in Italy. È questa la sintesi dei dati Istat diffusi da Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde che tornerà a FieraMilano-Rho dal 19 al 21 Febbraio 2025. Vediamo qualche dettaglio.

La produzione di fiori e piante in vaso si è assestata a 1.465 milioni di euro (in valore, il 2,2% delle produzioni agricole italiane). Le produzioni vivaistiche hanno confermato i 1680 milioni di euro (in valore, il 2,5% delle coltivazioni agricole italiane).

Secondo le agenzie internazionali, la bilancia commerciale del comparto si conferma in campo positivo con un avanzo stimato a oggi di 315 milioni di Euro.

A guidare la classifica è il Centro Italia (oltre il miliardo e 200 milioni di valore), trainato dalla Toscana che mantiene saldamente il primato delle produzioni vivaistiche nazionali con una quota che supera il 50% del mercato e un fatturato alla produzione di 923 milioni di euro (+0,1% sul 2022). A questi vanno aggiunti i valori produttivi della floricoltura (altri 56,7 milioni di euro, +0,4% sul 2022). Leggera decrescita invece per il Lazio, che chiude il 2023 a quota 190,4 milioni (-0,3%, ma con segno positivo per le produzioni floricole).

Segue il Nord Italia, con oltre 1 miliardo e 180 milioni di valore. Tra le regioni settentrionali, spicca la Liguria con oltre 437 milioni solo di produzioni floricole e quasi 8 di colture vivaistiche; poi la Lombardia, in leggera contrazione (-0,7%) nel vivaismo a quota 163 milioni e in positivo per le coltivazioni floricole (113 milioni, +1,8%). Seguono Emilia-Romagna (152 milioni), Veneto (oltre quota 132 milioni, +1,7%), Piemonte (quasi 86 milioni) e Friuli VG (84 milioni).

Le regioni del Sud sfiorano i 740 milioni di valore registrando una lieve contrazione complessiva: -0,6% dovuto soprattutto ai cali produttivi floricoli di Puglia e Campania. La Sicilia, nonostante un calo dell’offerta vivaistica, registra un complessivo +0,3%, attestandosi a 302,5 milioni di valore.

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Veniamo all’Export. Secondo le stime elaborate dalle agenzie internazionali, l’Italia si conferma seconda potenza europea e terza mondiale con oltre 1 miliardo e 200 milioni di prodotti vegetali (valore alla produzione), pari al 5,2% dell’export mondiale (stabile sul 2022). Primeggiano i Paesi Bassi (48,2% dell’export planetario, però con un calo dell’1% del valore sul 2022), seguiti a distanza dalla Colombia (8,2% in calo del 2% sul 2022). Dopo l’Italia, seguono la Germania (4,1% sul totale, in calo dell’8% sul 2022) e l’Ecuador (3,9% sul totale, in calo del 7% sul 2022).

L’Italia dunque è in controtendenza. «La stabilità dell’export italiano è un dato molto importante e apprezzabile», affermano da Myplant, «in un quadro in cui molte altre grandi potenze del comparto hanno mostrato cali e incertezze. Le produzioni italiane sono una eccellenza riconosciuta nel mondo, che si mostra resiliente anche in periodi difficili, grazie a una imprenditorialità di alto livello». Da notare i cali in doppia cifra di Cina (in decima posizione col 2% sull’export globale, -11% sul 2022), USA (in undicesima posizione con l’1,9% dell’export planetario, -12% sul 2022) e Danimarca al dodicesimo posto (1,7% dell’export mondiale, -14% sul 2022).

La bilancia commerciale del comparto si conferma in campo positivo, registrando un avanzo stimato a oggi di 315 milioni di euro. Consistenti sono gli scambi con Francia (ca +220 milioni), Germania (ca +150 milioni), Svizzera (ca +58 milioni), Gran Bretagna (+44 milioni). I saldi più onerosi per la bilancia commerciale italiana derivano dagli scambi con la Spagna (-25 milioni, ca il 7.3% dell’import in Italia, in crescita di 1 punto percentuale) e i Paesi Bassi (-400 milioni, ca il 69% dell’import totale in Italia). Seguono, come principali Paesi di approvvigionamento, Francia (5.2%, in leggera crescita), Germania (4.6%, in leggero calo) e Polonia (3.3% in crescita).