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Api, pesticidi neonicotinoidi:

l’Ue estende il divieto

 

Potranno essere usati solo in serra, senza entrare in contatto con api e insetti impollinatori. L'Italia ha votato a favore

 

  di Michele Mauri

 

Il Comitato permanente dell’UE su piante, animali, cibi e mangimi (Paff Committees) ha approvato il 27 aprile scorso a Bruxelles la proposta della Commissione europea di estendere il campo d’applicazione del divieto di tre pesticidi della classe dei “neonicotinoidi” (Imidacloprid, Clothianidin e Thiamethoxam), proibendone ogni uso esterno in tutto il territorio dell’Unione; già nel 2013 erano state imposte restrizioni su determinate colture e in determinati periodi dell’anno.

La conferma dei potenziali rischi per le api derivanti da questi pesticidi, comunicata dall’EFSA - l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare lo scorso mese di febbraio, ha indotto a rafforzare il divieto: ora sarà possibile continuare a usarli solo nelle serre.

A favore della proposta hanno votato 16 Stati membri: Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria, Svezia, Slovenia, Portogallo e Regno Unito. Solo quattro i Paesi contrari: Repubblica ceca, Danimarca, Ungheria e Romania, mentre si sono astenuti i restanti otto: Bulgaria, Belgio, Croazia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacca, Finlandia.

La restrizione ora dovrà essere adottata formalmente dalla Commissione europea nelle prossime settimane per entrare in vigore entro la fine dell’anno.

Molte le reazioni favorevoli, da Greenpeace a Coldiretti, da Avaaz, una delle associazioni che ha raccolto firme a sostegno dello stop, a Slow Food. Di parere contrario Bayer, produttore di Imidacloprid e Clothianidin, mentre Thiamethoxam è della Syngenta: secondo la multinazionale gli agricoltori europei si vedono così ridotta la capacità di far fronte a importanti parassiti, per molti dei quali non esisterebbero trattamenti alternativi.

Tutti gli aggiornamenti a seguire su questo link: ec.europa.eu/neonicotinoids

 

#BEESAFE, il commento 

A come ape. Tutto comincia da lì. La prima parola che milioni di italiani imparano a scrivere, da generazioni. Sarà anche per questo che si avverte un forte disagio ogni volta che si sente parlare della minaccia che incombe su questi insetti. Senza che ce ne accorgiamo, stanno morendo a miliardi e la nostra catena alimentare è a rischio.

Le api non si limitano a fare il miele: sono una forza lavoro immensa e umile, che impollina circa due terzi delle piante che coltiviamo. Dunque è difficile non schierarsi a fianco dell’Ue, che ha deciso di tutelare con più vigore questi preziosi insetti, considerati un termometro della salute dell’ecosistema Terra.

 

 

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L'infografica apparsa sui profili Twitter della Commissione Europea e dell'Efsa

 

Michele Mauri

Scrivere è il mio mestiere da trent’anni, ma ho ancora molto da imparare. Collaboro con diverse testate e ho pubblicato saggi, guide naturalistiche e un romanzo. Amo gli alberi e i giardini poco pettinati. Credo nel potere del verde come antidoto al brutto e non vorrei mai rinunciare alla gioia di correre a perdifiato in un bosco.

 

 >> La redazione de Il Floricultore <<

       

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