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METEO - Che primavera che fa

 

Temperature al di sopra dei valori medi con poche piogge da aprile in avanti, secondo l’Istituto di biometeorologia del Cnr. In ogni caso meglio essere sempre pronti al piano B

 

Fare previsioni per la primavera è notoriamente difficile e anche la disponibilità di tecnologie sofisticate non basta a superare del tutto le incertezze legate a una stagione non a caso definita "pazzerella". Ci prova comunque l’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Roma avvalendosi delle mappe mensili prodotte dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf), che indicano se ci si devono aspettare mesi con temperature e umidità maggiori o minori rispetto alla media, calcolata sui dati del trentennio 1981-2010.

«Queste mappe», spiega la ricercatrice dell’Ibimet-Cnr Marina Baldi in un articolo pubblicato dall’Almanacco della Scienza, mensile curato dall’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche, «ci rivelano che per la primavera 2018 (marzo-aprile-maggio) è elevata la probabilità che le temperature in media siano al di sopra dei valori tipici della stagione su tutta la Penisola italiana. La maggior parte del nostro Paese potrebbe trovarsi inoltre in situazioni di deficit di piogge in aprile e maggio, mentre precipitazioni nella media o poco al di sopra sono probabili in marzo. Quindi, una primavera mediamente calda e relativamente asciutta, come molte negli ultimi anni, ma incerta e instabile nel suo avvio».

Attenzione a qualche possibile colpo di coda dell’inverno. «La stagione invernale non è stata finora né rigida né umida, nel mese di marzo si potrebbe avere, quindi, tempo a tratti freddo e instabile che potrebbe portare neve fino a bassa quota», chiarisce Baldi. «L’avvio della primavera meteorologica sarà dunque ancora movimentato, con incursioni di aria fredda verso il Mediterraneo, ma andrà normalizzandosi nel corso di aprile e maggio, presentando tempo più stabile e secco su quasi tutta la Penisola e condizioni di instabilità confinate al solo sul versante adriatico».

Insomma la sola certezza al momento sembra l’incertezza tipica della primavera. Non resta dunque che tenersi sempre pronti a cambiare i piani qualora il tempo volgesse al brutto. Del resto già la meteorologia popolare diceva a proposito di marzo che “un dí al fa bèll, n’altri al piöv, un tèrz al fiòca”, un giorno fa bello, un altro piove, un terzo nevica.

       

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