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Confagricoltura ricorda Cesare Serafino

 

di Vittorio Viora

 

Con la scomparsa di Cesare Serafino, la Confagricoltura di Torino perde uno dei suoi più affezionati dirigenti che indubbiamente ha contraddistinto gli ultimi 20 anni della nostra associazione. Cesare, come noi tutti, aveva mosso i primi passi nell’ANGA, la nostra associazione giovanile, alla scuola di un lungimirante ed indimenticato Bruno Pusterla e sotto la direzione di Mariagrazia Calzoni, entrambi eredi di quel pensiero liberale piemontese che ispirava l’operare di quegli anni e che poneva la libertà imprenditoriale e l’impresa a fondamento della Confagricoltura.

Cesare si impegnò da subito per il suo settore, il florovivaismo: presidente della Sezione provinciale, della regionale, approdò alla Sezione florovivaistica nazionale di cui ne fu membro ascoltato e apprezzato per un lungo periodo.

Nel 1985 assunse l’incarico di vicepresidente dell’Unione di Torino, divenendone presidente nel 1997 fino al 2006. Nel ’97 quando gli passai il testimone mi disse: «Mi passi un bel badò»; gli risposi «So perfettamente che sarai in grado di affrontare tale incarico con il tuo impegno e la tua serietà», e così avvenne.

Il suo impegno gli venne riconosciuto nel 2006, quando durante l’assemblea dell’Unione gli venne attribuita la carica di Presidente onorario, a testimonianza della gratitudine che gli agricoltori riconoscevano a Cesare. Dal 2011 assunse anche la carica di vicepresidente della Confagricoltura Piemonte. È stato inoltre componente di svariate commissioni ed organismi a livello provinciale e regionale in rappresentanza dell’organizzazione.

Il suo impegno associativo e la sua dedizione sono state complete, con impegno di energie e risorse, a volte rimettendoci di tasca propria, sempre tutelando e promuovendo il settore agricolo, spassionatamente senza alcun interesse personale.

 

Cesare Serafino imprenditore

Era figlio d’arte: dal nonno e dal padre Carlo ereditò la passione per l’azienda di famiglia che lo vide impegnato sin da giovane. L’azienda Serafino era annoverata tra le vecchie e gloriose aziende floricole torinesi, famose per le loro produzioni selezionate. In particolare i Serafino divennero leader soprattutto nella produzione di orchidee nelle serre di Rivoli.

Ma gli orizzonti di Cesare spaziavano anche altrove, specialmente in Liguria, a Chiavari e a Sarzana, per non parlare delle sue esperienze antesignane addirittura in Kenya.

Cesare è stato un innovatore ed un valente imprenditore nel suo settore: mi ha sempre stupito il suo fervore e la sua passione quando tornava dai consueti viaggi in Olanda, Paese dove spesso si recava per confrontarsi con la concorrenza; e ricordo la sua ammirazione per non dire arrabbiatura per gli olandesi che partendo da un territorio e da una natura ostili erano stati in grado di diventare leader a livello mondiale e nella qualità produttiva grazie all’associazionismo dei loro agricoltori e grazie sempre ad una geniale logistica che permetteva loro di esportare a prezzi competitivi in qualunque parte del mondo.

Ogni volta tornava convinto della necessità di creare delle opportunità economiche per i propri colleghi piemontesi, arrestandosi però di fronte alla nota prudenza subalpina. Da sempre fautore di sinergie a livello imprenditoriale con il fine di aggredire i difficili mercati esteri facendo massa critica.

Serafino “imprenditore” è stato anche molto apprezzato per la sua attività nell’ambito della Fiera di Genova, nell’organizzazione delle edizioni internazionali di “Euroflora”, dove interveniva come “ambasciatore” delle aziende piemontesi. La sua presenza e la sua opera ricevevano indubbi riconoscimenti a livello internazionale; le varie edizioni europee, nonché un edizione in Giappone lo videro protagonista di rilievo.

 

Alte doti umane

Professionista di altissimo livello dalle squisite doti umane; generoso, spassionato nell’impegno profuso per il mondo agricolo, in modo del tutto gratuito; le sue convinzioni ed idee lo portavano a rimetterci di tasca propria; sempre fiero di rappresentare la sua organizzazione.

Cesare era un uomo diretto, ma intimamente riconoscente. Forse pochi conoscono un episodio che connota la sua gratitudine: durante l’ultimo conflitto mondiale la ditta Serafino ebbe il permesso da casa Savoja di trasferire parte della produzione nelle serre del castello di Racconigi per salvaguardare il proprio patrimonio floricolo, in particolare la produzione di orchidee che l’avevano resa famosa. A distanza di 60 anni, in occasione del ritorno a Torino degli eredi di casa Savoja, Cesare memore e grato della concessione fatta all’azienda paterna, volle in modo del tutto gratuito realizzare l’addobbo della suite e di parte dell’Hotel principi di Piemonte, curando personalmente ogni dettaglio come era solito fare, esprimendo così la riconoscenza per una vicenda che aveva visto protagonista la sua famiglia ricevendo a sua volta i ringraziamenti per la meravigliosa realizzazione approntata.

I dirigenti, i dipendenti e i soci dell’Unione esprimono la loro gratitudine ad uomo che ha fatto molto per l’organizzazione; ai figli, alle sorelle ed ai famigliari tutti giunga il nostro profondo cordoglio. A Cesare diciamo un “arrivederci” immaginandolo già arrivato in quel “giardino dell’Eden”, dove certamente sarà già impegnato ad ammirare la perfezione e la bellezza che è certamente presente lassù.

 

 

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