Basta pregiudizi,

liberiamo i crisantemi! 

 

Perché questo bellissimo fiore ha tanto successo in Oriente e da noi viene utilizzato solo in determinate circostanze? Il Crisantemo è vittima involontaria di una mentalità – in Europa, e in particolare qui da noi in Italia – difficile da scalfire e che lo relega ad un uso circoscritto soprattutto in occasione della Commemorazione dei Defunti del 2 Novembre. Occorre invece diffondere maggiormente l’uso di questo fiore, capace di accendere i bouquet e colorare i balconi e i giardini nelle grigie giornate autunnali

 crisantemi bbh 02

 

In Italia la “Commemorazione dei Defunti” (2 novembre) lega indissolubilmente il Crisantemo alla fine della vita umana. Vederlo al di fuori di questa ricorrenza diventa difficile, se non impossibile: «Crisantemo? Il fiore dei morti! No, grazie, mi dia una rosa, un lilium, un’orchidea…

Il bello poi, è che alcuni clienti, anche se devono comprarlo per portarlo al cimitero, non lo comprano, proprio perché vogliono allontanare l’idea della morte. I loro cari vogliono pensarli vivi e portare altre varietà di fiori sulla tomba è come andare a trovare una persona viva.

La perdita fisica dei propri cari viene rifiutata dalla nostra mente. L’acquisto, quindi, ricade su tutti gli altri fiori, i “fiori per i vivi”, così come spesso mi dicono; in poche parole tutti tranne il Crisantemo!

 

SEMPLICE, BELLO E RESISTENTE

Sembra non ci sia via d’uscita per il povero fiore che proprio in questo periodo, fine ottobre – inizio novembre, ha la sua splendida fioritura. La cecità dei pregiudizi oscura la gioiosità dei suoi colori luminosi e la radice del suo nome che deriva dal greco chrysòs (oro) e anthémon (fiore) col significato di “fiore d’oro”.

Intanto il resto del mondo per fortuna conta molti appassionati, che lo apprezzano, anche per l’ottima durata sia come fiore reciso, sia come pianta per abbellire giardini e terrazzi.

Gli olandesi, ben sapendolo, ogni anno ne ibridano sempre di più belli, seguendo le orme del grande giardiniere giapponese Hayashi che fu il primo a coltivare contemporaneamente ben 30.000 crisantemi. Oggi i numeri sono ben altri naturalmente.

Ma delle varietà ne vogliamo parlare? Ne cito solo qualcuna, ma sono tutte di grande bellezza: ‘Roma Red’ petali rosso fiamma con cuore giallo; ‘Green Lizard’ petali verde chiaro; ‘Anastasia Green’ un vero fuoco d’artificio, ‘Katinka’ “caramelle” rosa con cuore di pistacchio, ‘Ping Pong’ vere palline da gioco, ‘Hanenburg’ elegantissimo colore arancio bruciato.

 

VERITA' O MEZZA BUGIA?

I clienti a questo punto dinnanzi a tanta bellezza e soprattutto non riconoscendoli come crisantemi, chiedono: «Ma che fiori sono?». La risposta? Giuro, è una vera roulette russa! In pochi secondi, guardando l’interlocutore, si cerca di capire approssimativamente il grado di cultura, se è amante o meno di piante e fiori, se è superstizioso, superficiale ecc. Perché la verità o la bugia – che sarebbe: «Una nuova varietà di margherita» (che poi a sua volta è anch’essa un crisantemo, se si parla del C. frutescens)» – daranno l’esito dell’acquisto.

Una volta dissi la verità ad una signora incantata innanzi alla varietà ‘Palm Green’, deliziosi crisantemi a bottoncini verdi. Beh, fatevi una risata, disse che mi sbagliavo perché una sua amica li chiamava con un altro nome e, ne era sicura, non erano assolutamente crisantemi! In nome del “commercio” annuii rassegnata e almeno l’acquisto fu salvo!

Ma che fare, dire sempre una bugia? Non voglio offendere l’intelligenza!

 

BOUQUET IN "BORGHESE"

Forse bisogna fare come le nostre mamme che pur di farci mangiare i legumi e le verdure da piccoli camuffavano le pietanze che portavano a tavola in tutti i modi possibili: una “bugia bianca” a fin di bene, per farci apprezzare quello che c’è di buono e bello nella nostra vita. Certo, ripensandoci, quante lacrime in quelle minestre che oggi invece adoro!

E proprio da loro, le belle mamme, zie, nonne italiane, abbiamo preso spunto, i loro piatti fantasiosi sono diventati per noi fioristi bouquet deliziosi misti, dove il crisantemo si confonde tra rose, hypericum, anemoni, zinnie, solidago ecc.

I fasci vanno a ruba, e sono proprio i colori brillanti dei crisantemi che come specchietti per allodole attraggono il compratore!

Forse col tempo la globalizzazione farà una cosa buona una volta tanto: liberare gli italiani da questo blocco mentale.

 

AUGURIO DI LUNGA VITA

Pur essendo meridionale, vivendo tra superstizioni, corni e cornicelli, tra Santi e processioni, per me il crisantemo più bello rimane comunque quello classico, grande come un pallone, il Chrysanthemum x hortorum. Sì, proprio “quello dei morti”.

In più è un ricordo di un libro di favole della mia infanzia, andato perduto, ma mai dimenticato. Il titolo era “Storie Cinesi” e una favola mi piaceva in particolare nella quale si narrava la storia di una bambina che pregava Buddha perché non le portasse via sua madre gravemente malata. Avrebbe fatto qualsiasi cosa perché la mamma non morisse. Buddha, impietositosi da una bimba così dolce, le parlò: «Mia piccola, se desideri che tua madre continui a vivere, prendi la margherita che mi hai portato e con lo spillone che hai nei capelli cerca di filettare i petali senza farli staccare. Più petali riuscirai a ricavare, più anni vivrà tua madre». Così la bambina pazientemente iniziò a incidere i pochi petali che presero a moltiplicarsi, dieci, trenta, cento… Così nacque il crisantemo! La mamma guarì, visse una lunga vita e una felice vecchiaia tra l’amore dei figli e dei nipoti. Da quel giorno in tutte le terre dell’Asia il fiore simboleggiò l’augurio di lunga vita.

 

IL RICORDO SERENO DEI NOSTRI CARI

Tornando a noi italiani, quando vengono a trovarci le Anime dei nostri cari, non immalinconiamoci, loro vengono per farci un po’ di compagnia, non sono e non vogliono essere una mancanza, ma una presenza, un aiuto, un conforto in ogni giorno della nostra vita. Il ricordo di tutte le Anime (Anniversarium omnium animarum) del 2 Novembre non ci deve intristire: non è una mancanza, ma una presenza.

[Tratto da: "Il Floricultore", n. 5-6, Maggio-Giugno 2014]

Anny Pellecchia

>> Cresciuta nello storico negozio di fiori di famiglia a Salerno e in un giardino incantato realizzato da mio padre Ugo Pellecchia non potevo che continuare la tradizione e scrivere le mie "Riflessioni tra i fiori" per Il Floricultore. Perché il mondo del verde ha sempre qualcosa da raccontare!

       

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