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Più alberi, meno morti

 

«Quando la soluzione è semplice, Dio sta rispondendo». Lo diceva Einstein e sembra ribadirlo il nuovo studio condotto da The Nature Conservancy intitolato “Più alberi per un’aria più sana”

 

È davvero difficile non scomodare il mito di Albert Einstein e la sua celebre frase “Quando la soluzione è semplice, Dio sta rispondendo” di fronte alla ricetta presentata dalla ong internazionale The Nature Conservancy al meeting annuale dell’American Public Health Association, a Denver (Colorado): per salvare la vita a milioni di persone minacciati dall’inquinamento e dalle ondate di calore nei prossimi anni basta piantare alberi nelle grandi città, con una spesa di appena 4 dollari per abitante. Lo studio intitolato “Più alberi per un’aria più sana”, durato 18 mesi, è stato condotto in collaborazione con il C40 Cities Climate Leadership Group coinvolgendo 245 città che contano circa 910 milioni di persone, circa un quarto della popolazione urbana mondiale.

I ricercatori hanno preso in esame l’impatto che avrebbe un aumento della copertura arborea su larga scala, misurando il relativo ritorno sugli investimenti (Roi) in termini di riduzione del PM o mitigazione della temperatura fornita agli abitanti per ogni dollaro speso.

Secondo quanto emerso, gli alberi possono eliminare fino a un quarto dell’inquinamento e, se piantati nei punti giusti, filtrare l’aria nociva e proteggere gli abitanti. Possono inoltre rinfrescare l’aria nelle immediate vicinanze di almeno 2 °C. Ne consegue che un investimento globale annuo di 100 milioni di dollari nella piantumazione di alberi sarebbe in grado di offrire città più fresche a 77 milioni di persone e riduzioni misurabili dell’inquinamento da particolato a 68 milioni di persone.

Si stima che ogni anno nel mondo oltre 3 milioni di persone muoiono a causa degli effetti del particolato, un numero che secondo gli esperti è destinato a raddoppiare nei prossimi decenni se non si prenderanno adeguate misure. Entro il 2050 si calcola infatti che, senza misure adeguate, i morti saranno 6,2 milioni.

Le ondate di calore invece sono già responsabili di circa 12.000 decessi ogni anno, anche questo un fattore di rischio in continuo aumento a seguito dei cambiamenti climatici in corso. Secondo le proiezioni l’impatto potrebbe aumentare fino a provocare quasi 250 mila morti ogni anno entro il 2050.

Le conclusioni a cui è giunta la ricerca dell’ong The Nature Conservancy non si discostano da quelle emerse la scorsa settimana durante il Forum “Il valore del verde - Etica, salute, economia” svoltosi a Milano: per favorire l’assorbimento degli inquinanti atmosferici, per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, per riqualificare le nostre città e le nostre abitazioni e più in generale per migliorare la qualità della vita di noi tutti ABBIAMO BISOGNO DI PIÙ VERDE.

       

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