Bellanova a tutto campo sul florovivaismo

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Teresa Bellanova, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali

 

Il ministro delle Politiche agricole interviene nel corso di una visita ad un’azienda floricola toscana: innovazione, ricerca, pratiche sleali, tracciabilità di piante e fiori, prezzo giusto e bonus verde fra i tanti temi affrontati. «Non c’è dignità per un’azienda quando non c’è marginalità»

 

Teresa Bellanova è il primo ministro dell’Agricoltura a fare visita alla Versilia. È accaduto lo scorso 16 Settembre. Grazie al lavoro preparatorio svolto dagli amministratori del Comune di Viareggio (LU), la responsabile del dicastero ha incontrato il comparto florovivaistico locale nella frazione di Torre del Lago Puccini, ospite della Floricoltura Carmazzi, specializzata nella produzione di peperoncini e dotata anche di un impianto destinato ai fiori commestibili biologici.

 

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La platea gremita dai partecipanti all’incontro con il ministro dell'Agricoltura che ha richiamato numerosi imprenditori florovivaistici locali oltre alle associazioni di categoria Coldiretti, CIA e Confagricoltura


VIDEO DELLA VISITA


 

AGRICOLTORI PRODUTTORI DI BELLEZZA

Il Ministro non si è lasciato sfuggire l’occasione per commentare a tutto campo la situazione dell’agricoltura italiana e in particolare del florovivaismo. Prima ancora di entrare nel merito delle tante questioni aperte, Bellanova ha chiarito quale deve essere il ruolo del settore primario: «Non può essere associato solo alla fatica del lavoro nei campi ma anche e soprattutto alla produzione di bellezza». Non a caso ha voluto sottolineare che l’agricoltura «deve comprendere anche il comparto piante e fiori», tradizionalmente associato a un alto valore estetico benché le interpretazioni più recenti non mancano di sottolineare l’importante contributo che può offrire alla soluzione di numerosi problemi ambientali, dal contrasto allo smog alla lotta contro il cambiamento climatico.

 

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SENZA INNOVAZIONE NON C'È MARGINALITÀ

«L’agricoltura del futuro», ha proseguito, «necessita di forti investimenti nella ricerca e nell’innovazione, senza le quali non c’è marginalità». Al riguardo ha auspicato che le risorse del Recovery Fund siano impiegate in tale direzione.

 

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Il ministro Teresa Bellanova in visita nelle serre della Floricoltura Carmazzi accompagnata dai titolari della centenaria azienda di Viareggio con madre, padre e figlio alla guida. Da sinistra: Marco Carmazzi, Giacomo Carmazzi e Paola Paradisi.

 

STOP PREZZI AL RIBASSO, AVANTI IL MADE IN ITALY

Tra le altre questioni affrontate c’è quella delle pratiche sleali. Ricordando che in Parlamento proseguono i lavori sulla delega per attuare la direttiva tesa a contrastare tali pratiche, il Ministro ha affermato senza esitazioni: «Mercato libero non vuol dire concorrenza sleale. Non vogliamo più vedere campagne di sconti ripetute: quelle campagne le paga sempre qualcuno, che sia il produttore, il dipendente o il consumatore».

E a proposito del prezzo minimo per le produzioni agricole ha annunciato che chiederà a ISMEA «uno studio approfondito dei costi di produzione».

Infine un invito rivolto alla GDO: «Penso che abbia il dovere di valorizzare il prodotto italiano». E un altro destinato ai consumatori: «È importante scegliere il Made in Italy. Ciò che produciamo nel nostro Paese vale di più, ed è per questo che ha un costo maggiore. Non possiamo mettere i prodotti nazionali sullo stesso piano di quelli che provengono da Paesi dove si adoperano pratiche colturali diverse, che non rispettano la salute né l’ambiente». Diventa dunque fondamentale inserire l'etichetta di tracciabilità di piante e fiori così come è previsto per la produzione agroalimentare.

Per concludere un cenno anche al Bonus Verde in vista della prossima Legge di Bilancio: «Dobbiamo continuare a finanziarlo e farlo diventare uno strumento stabile nel tempo».

Le parole del Ministro sono state accolte con favore dalla platea dove, insieme al sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, sedevano rappresentanti delle associazioni di categoria Coldiretti, CIA e Confagricoltura e alcuni imprenditori del settore florovivaistico locale.

Le criticità tuttavia sono tante e di difficile soluzione. Ha certamente ragione Bellanova quando afferma che «Non c’è dignità per un’azienda quando non c’è marginalità». Ma può bastare l’intervento dello Stato per arginare lo strapotere della GDO e combattere la concorrenza sleale? Il caso della Francia, dove da parecchi anni sono in vigore misure per cercare di regolare la formazione dei prezzi nella GDO e, in particolare, le vendite sottocosto, lascia poche speranze. Studi recenti dimostrano che gli agricoltori non hanno tratto benefici da quei provvedimenti. L’autorità pubblica deve intervenire come regolatore per scongiurare pratiche sleali, ma non può condizionare oltremodo il mercato e soprattutto la formazione dei prezzi. Lo strapotere della GDO e le offerte troppo basse possono essere contrastati solo da un comportamento responsabile dei consumatori e degli stessi produttori.

Michele Mauri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 


 

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Michele Mauri

Scrivere è il mio mestiere da trent’anni, ma ho ancora molto da imparare. Collaboro con diverse testate e ho pubblicato saggi, guide naturalistiche e un romanzo. Amo gli alberi e i giardini poco pettinati. Credo nel potere del verde come antidoto al brutto e non vorrei mai rinunciare alla gioia di correre a perdifiato in un bosco.

 

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