Coronavirus, Florovivaisti campani: «Intervenire subito o il comparto rischia il fallimento»
Vincenzo Malafronte, presidente di CPFC: «Chiediamo una risposta forte per il nostro settore»
Il settore floricolo campano non sfugge alla morsa del Coronavirus. Gli ordini sono crollati nel momento in cui la produzione è al suo apice, le piante sono rimaste invendute, i fiori non sono stati raccolti, le esportazioni si sono praticamente fermate, molti ordini dalle regioni settentrionali d’Italia sono stati cancellati: si stima una perdita di oltre 30 milioni di Euro in termini di produzione.
Con il passare dei giorni, la situazione sta diventando sempre più critica. Vincenzo Malafronte (riquadro nella foto), presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani, esprime rabbia e delusione per il decreto “Cura Italia”. «Chiediamo una risposta forte per il nostro settore, che però al momento non c’è stata», afferma il presidente del Consorzio che conta circa 250 soci sul territorio regionale. «Consideriamo della massima urgenza applicare misure quali il riconoscimento e l’indennizzo al 100% dei danni diretti subiti, l’istituzione di un Fondo di Sostegno dedicato e garantito per far fronte ai costi anticipati e alle perdite subite, l’azzeramento di tutti i versamenti contribuitivi, previdenziali e assistenziali, sia in capo ai titolari di aziende sia per il personale, e contributi in conto capitale e credito di imposta per eventi e fiere internazionali».
Intanto il Consorzio Produttori Florovivaisti Campani ha avviato una raccolta dati per valutare i danni attraverso un’apposita scheda da compilare che è possibile reperire sul sito www.gaiaflorum.com.
Immagini raccolte sulla pagina facebook di CPF Campania pervenute dai floricoltori campani costretti a distruggere le proprie produzioni di fiori recisi
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