Facebook & C., i trucchi per avere successo (e le trappole da evitare)
Non è semplice trovare la giusta chiave per il successo on-line, ma una ricerca svolta dalla National Taiwan University fra i fioristi e i garden center rivela che essere presenti sui social network può diventare una miniera d’oro. Solo, però, se si adotta la strategia giusta
di Olivia Cherubini
Spesso sono debordanti, eccessivi, a tratti ingombranti. Eppure i social media ormai sembrano essere diventati un requisito imprescindibile per lavorare. Ma quali sono i benefici diretti e concreti che procura una pagina Facebook?
A porsi questa domanda sono stati anche alcuni ricercatori della National Taiwan University, che hanno analizzato in modo “scientifico” 1.646 post pubblicati da negozi di fiori, rendendo noti i risultati in un articolo apparso su HortScience, pubblicazione a cura dell’American Society for Horticultural Science.
L’obiettivo? Duplice: in primo luogo classificare i post per far emergere le strategie marketing dei fioristi, in seconda battuta, investigare i benefici diretti della presenza on-line valutando il numero di like, commenti e condivisioni ottenuti.
Il primo dato emerso, il più evidente, è che la maggior parte dei fioristi è costituita da micro imprese che possono destinare poco del proprio budget al marketing attraverso i media convenzionali. Pertanto, trovare un mezzo sostitutivo più economico e diretto è diventato cruciale.
L’uso di Facebook & C., però, non porta automaticamente a dei risultati positivi: molti fioristi, infatti, non hanno ottenuto gli esiti attesi, a causa della scarsa dimestichezza con tutte le sfumature e le possibilità offerte dai social network di elaborare efficaci strategie di marketing.
I POST PIÙ POPOLARI
I post esaminati su Facebook, che si è rivelato il player dominante tra tutte le piattaforme, sono stati suddivisi in quattro categorie in base al loro contenuto:
1) informazioni di prodotto;
2) promozioni di vendita;
3) informazioni sull’azienda e le sue attività;
4) educazione al consumo.
Si sono rivelati più validi e seguiti i post che prevedono l’uso di immagini (con o senza brevi testi)
Più nello specifico, i post relativi all’attività e all’immagine del negozio (brand image) sono stati classificati in ulteriori quattro gruppi:
1) “work showcasing” per presentare il proprio lavoro;
2) “image construction” per costruire una precisa identità del punto vendita;
3) “brand event” per segnalare eventi a supporto del proprio brand;
4) “charity event” per pubblicizzare iniziative di beneficienza.
Ciascuna delineazione porta con sé possibilità diverse di sollecitare una reazione nel lettore e sviluppare le vendite. In particolare, i post pensati per incoraggiare risposte immediate on-line hanno accresciuto la familiarità con il negozio e i suoi prodotti e hanno agevolato una maggiore interazione con il personale. A riscuotere più consensi in termini di like, commenti e condivisioni sono stati i post riguardanti le informazioni di prodotto e quelli in cui viene ringraziata la clientela o nei quali erano espressi gli auguri per le varie festività. Quanto al format, invece, si sono rivelati più validi e seguiti i post che prevedono l’uso – esclusivo o accompagnato da brevi testi – di immagini.
In conclusione, pollice su per il ricorso ai social, a patto però di usarli in modo “professionale”. Via libera soprattutto alla pubblicazione di immagini accattivanti e foto di prodotto, oltre che di ogni iniziativa capace di coinvolgere e fidelizzare la clientela, facendo vivere la dimensione virtuale come un’estensione o, meglio, un’anticamera di quella reale.
[Tratto da IL FLORICULTORE, Aprile 2019]
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